Monday, February 19, 2018

Siamo liberi Guido, siamo liberi.

Guido, ti propongo un'analogia in due parti per esporre il mio pensiero sul libero arbitrio.
Cominciamo dal cubo "alla Rubik" più semplice, ma anche troppo semplice. Quello di 2x2x2 cubetti e 24 facce da risistemare.
Se fossimo liberi di scambiare di posto anche le facce interne, sebbene con qualche restrizione di mosse,per esempio, anche questo cubo minimo diventerebbe interessante, almeno per qualcuno.
Quello famoso e famigerato,di 3x3x3 la cui complessità non è immediatamente visibile lo diventa appena lo si maneggia per riordinarlo allo stato di partenza. Anche in questo caso,se accettassimo di estendere le regole permettendo di considerare le mosse per scambiate le sue facce interne, la complessità del riordino aumenterebbe ma in un modo esplosivo.

Ora consideriamo "Rubik 10x10x10". Prima solo lo scambio facciale esterno e poi quello interno.
Escono fuori numeri al di là dell'immaginazione, anche di chi di matematica un minimo se ne intende.
Pensare al "Rubik 1000x1000x1000" pensiero da matematici al vertice e di professione, porta ai confini della conoscenza teorica e pratica.
Eppure queste situazioni combinatorie,sebbene siano implicitamente costituite da numeri d'inimmaginabile grandezza, a seconda delle regole considerate, non conducono necessariamente all'infinito, numerico beninteso.
Solo che superato un certo limite, qualsiasi numero diventa di fatto, fisicamente incalcolabile e nemmeno rappresentabile.
Quindi, per certi versi, un numero dalle cifre infinite, non in quanto tali, ma perchè inesorabilmente inconoscibili.
Ora consideriamo quella specie di flipper,una tavola irta di chiodi in forma di una schiera triangolare e tenuta dritta in modo che una biglia in caduta libera verso il basso finisca in una delle posizioni alla base del triangolo chiodato.
Se i chiodi e le biglie sono in numero sufficiente vediamo apparire alla fine un accumulo di bigle nelle posizioni finali che disegnano una forma a campana, che è anche l'inverso della curva logistica o sigmoide, questa onnipresente in ogni ambito di uso, consumo ed abuso di risorse.
Possiamo calcolare per ogni biglia quale sarà il suo destino finale?
No, possiamo solo conoscere la probabilità che ogni biglia ha di finire in una posizione intermedia o finale.
Ma possiamo truccare il meccanismo con delle regole, per esempio poter manovrare i chiodi a certe condizioni e aumentare ogni probabilità
di caduta in una posizione, anche fino alla certezza.
Adesso immaginiamo le biglie come persone e i chiodi conficcati nella tavola come il teatro della vita.
L'analogia mi sembra quasi perfetta.
 
Da quello che ho detto finora, s'intravede l'incommensurabile,sottile differenza tra la fisica e la matematica.
Nel mondo matematico non possiamo ignorare l'infinito, nel mondo fisico, il contrario.
Finora, sembra che la realtà sia un intreccio indistricabile di fisica e di matematica.
E, in questo mondo reale, fatto che ritengo sia un  mistero stupefacente, siamo arrivati a capire grazie alla dimostrazione "diagonale" di Georg Cantor che tutte le cose che possiamo contare sono in realtà inelencabili.Quella famosa frase di una dell'Amleto di Shakespeare
" Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia", si è rivelata vera alla lettera quattro secoli dopo.
Non potendo elencare tutto nè calcolare tutto, il libero arbitrio esiste proprio in virtù di questi fatti.
Proprio queste impossibilità sono il fondamento di questa libertà.
Se poi vogliamo illuderci che ci sia qualcuno che che sa tutto e che può tutto, illudiamoci pure.
Ma sapere tutto e potere tutto è logicamente impossibile.Ormai lo sappiamo.
Chiunque ci convinca che sia possibile ci sta ingannando, anche se ci dice che lo sta facendo per il nostro bene.
Ecco perchè non dobbiamo mai dimenticarci di quelle due frasi,una scritta sul cinturone di certi soldati e l'altra su certe banconote,
e di quale sinistra fede propagandavano e propagandano ancora.
Io credo che siamo molto più liberi di quanto non crediamo d'essere.
Ma siccome la libertà porta alla conoscenza della nostra irriducibile limitatezza, preferiamo limitarla all'indispensabile.
E così gli arbitri siamo noi.

Marco Sclarandis












Monday, February 5, 2018

L'evo del rimedio

Mi chiedo che cosa possa invece sbloccare dalll'ottundimento la mente e l'animo di miliardi di persone.
La notizia ,credibile, che l'orologio del giorno del giudizio atomico, giudizio si fa per dire, segni solo due minuti prima della fine dell'umanità
e ciò pare importi tanto quanto l'annuncio di uno spettacolo di varietà,mi fa credere che se mai usciremo vivi da questo evo sarà per un inimmaginabile miracolo.
Vedo che più aumenta l'abbondanza di mezzi potenzialmente salvifici più diminuisce la passione per adoperarli a tale scopo.
Tutto ciò ormai non mi spaventa nè indigna.
Semplicemente ormai accetto che siamo sgusciati dalla fantasmagorica lotteria degli esseri viventi, fatti come siamo fatti.
Questo non implica che siamo condannati ad essere dannati a causa della nostra natura.
Semmai, è che per noi, è quasi sovrumano lo sforzo per non soccombere alla nostra natura di esseri consapevoli della nostra consapevolezza.
In altri termini è come se dovessimo agire contro la nostra stessa natura per poterla salvare.
E la nostra natura è certamente quella di un essere vivente che non accetta limiti d'ogni sorta.
Ma con la possibilità e la capacità di accorgersi di questo fatto.
Quindi, credo che siamo liberi di scegliere anche se la scelta tra il salvarci e il dannarci è diventata al limite dell'impossibilità.
Detto ciò, non m'interessa per niente cercare di calcolare la probabilità che avvenga il miracolo.
Anche perchè intuisco che il solo tentativo di farlo inficerebbe il risultato del calcolo stesso.
Sicuramente la probabilità che avvenga il miracolo è scarsissima, ma altrettanto sicuramente esiste, e perciò cerco di agire per accordarmi con tale evento.
E comunque ormai sappiamo, che sia che siamo soli nell'universo conosciuto o che siamo in numerosa compagnia, con o senza di noi tale universo proseguirebbe la sua esistenza, e forse senza fine.
Possiamo fare poco in tale universo, ma possiamo farlo.E potendo rimediare ad un errore, rimediare è quanto di più affine al prodigio ed al miracolo esista.

Marco Sclarandis

Tuesday, January 30, 2018

Se voi sapeste d'essere

Se voi sapeste d'essere
quello che voi siete
con noi dialoghereste
credo che ci chiedereste
come mai abitiamo case simili
ma in scale tanto differenti
e abbiamo impalcatura
sulla Terra per sorreggerci
per gli uni fuori e gli altri dentro
e dire che entrambi si collabora
e si fa spietata guerra a tutti
però siamo noi a chiederci
perché un un abisso ci divide
e fosse anche colmato allora
un intrico di labirinti rimarrebbe
a impedire tra simili l'incontro
ma irrimediabilmente disuguali
formiche termiti api vespe calabroni
pur con i vostri mille occhi
non potete vedere chi noi siamo
noi con quello nascosto nella mente
cerchiamo di discendere
nella vostra semplice e minuscola
certo è un mistero che esistiamo
nel medesimo universo
non ci resta che farvi camminare
sulle dita come dei bambini
e sperare che un giorno
per incanto ci si parli.

Marco Sclarandis

Wednesday, January 10, 2018

Auguri per un amico

Tu ed io ed anche loro
ma non tutti ma neanche molti
vediamo pur distratti dai tumulti
cose che starebbero benissimo nel mondo
al posto di macerie obbrobri ed accozzaglie
sappiamo di luoghi adatti a rendere
orde combriccole e gentaglie
un popolo di perdonabili furfanti
perfino incline a vivere da santi
eppure inerti restano troppe folle
e inermi attendono un domani
che il miracolo produca al posto loro
ma noi guardiamo tanto meno desistiamo
come bivalvi tenaci imperturbabili
costruiamo di madreperla case
tanto sontuose quanto piccole ed adatte
indichiamo strade percorribili
verso giardini di città terrestri edificabili
sotto volte celesti contemplate
da sempre da quei lungimiranti i soli
capaci di vedere un universo intero
in una metà del guscio di un'arachide.

Marco Sclarandis

Tuesday, January 2, 2018

Buon anno!

Adamo non ti fu la mela
proibita per un mio capriccio
tu nemmeno Eva fosti creata ingenua
così chè recitaste tanto tragica commedia
per sollevarmi da mortale noia
io di me vorrei sapere tutto
questo è il desiderio assurdo
che mi costrinse a generarvi
eppur sapevo che avreste aperto gli occhi
e con quelli visto accecante luce
e buio perenne quasi avreste
infine preferito
voi mi siete così simili
curiosi al punto da impaurirmi
incauti talmente da suscitare tenerezza
folli da voler trarre senso
anche da incontro per il puro caso
ora che cosa dovrei darvi
affinchè tutto si rimetta in ordine
un giardino nuovo in un'altra Terra
un universo intero ma ricreato inverso
ve lo darò purchè mi mostriate il torsolo
che con umana astuzia avete ben nascosto
lì ci sono i semi per un altro mondo
qui presso di me gl'irrigati campi
anche quest'anno aspetto come tutti gli altri
di seminare l'albero che darà i frutti
buoni per chiunque
di vita sia mai sazio.

Marco Sclarandis



Thursday, September 7, 2017

FIRST CLUB OF ROME SUMMER ACADEMY 2017

FIRST CLUB OF ROME SUMMER ACADEMY 2017

Prima accademia estiva duemiladiciassette del Club di Roma

A tutti i partecipanti, in special modo quelli dalla fuggitiva giovinezza.

Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.

In questa strofa rinascimentale è contenuta una misura di saggezza inversamente ed enormemente più grande della brevità della strofa stessa.
E detta da uno che si chiamava Lorenzo de Medici Signore di Firenze
detto poi “Il Magnifico”, non fa che rendere più limpida la verità che essa ci comunica.
Questa lettera è per voi giovani innanzi tutto che starete insieme per una settimana
per scambiarvi idee, intenzioni, passioni, speranze, per la vita che vi aspetta.
Vi vedo arrivati da poco su quello che ho chiamato “L'albero genealogico assoluto”.
Albero sul quale vedo come in una apparizione mistica tutti gli esseri viventi,
almeno di questa minuscola Terra, ma per attimi incommensurabili anche quelli che, per ora ipotetici, abitano altri mondi.
Nessuna foglia di questo fantasmagorico albero, germoglia o cade inutilmente.
Di questo ogni giorno della mia esistenza, già piuttosto protratta ormai,
ne sono sempre più convinto.
Da questa convinzione traggo di continuo significato, indispensabile più che mai
per affrontare un'epoca che è evidentemente catastrofica.
Ma come ogni cosa, anche la catastrofe genera rimedio a sé stessa.
Anzi, a volte solo essa è autentico rimedio.
Se il bruco pigro vedesse come catastrofica la sua uscita dalla crisalide morirebbe
privato della meraviglia della propria metamorfosi.
Non importa che la sua vita da farfalla possa durare solo dalla sera alla mattina
o viceversa.
L'universo intero sembra sia sgusciato da un inimmaginabile nulla, in un tempo
che confrontato con la vita umana ci fa rasentare la percezione dell'eternità.
Una immensa dilagante catarsi, di questa credo che abbiamo assoluto bisogno.
Lo credo perché guardo ai rami al tronco alle foglie di questo albero antonomastico
e il sogno vi muta le foglie in volatili cantori e poi sento questi canti mutarsi in
voci umane e tutte vorrebbero capirsi, raccontare ciò che è stato, ciò che avrebbero
voluto essere, ed ora queste voci diventato sempre più grida di aggrovigliata gioia.
Tutti i nodi di dolore e sofferenza non riescono a strozzarla in gola.
Quanto vale un chicco di riso?
Una goccia d'olio d'oliva o minerale?
Il sorriso è veramente quotabile in borsa?
Una sosta per raccattare una lattina abbandonata?
A queste domande non c'è risposta definitiva perché sono malposte.
Ma nessuno sa quale sia il solo modo per porle giustamente.
Nonostante ciò, a queste domande bisogna rispondere, ne va della nostra vita.



Vi saluto augurandovi che riusciate ad accorgervi quando è indispensabile
avere ombra, silenzio, rugiada, sonno ed anche fame sete e solitudine.
Siate accarezzati dalla brezza della mia ammirazione, e se potessi ringiovanirmi
non lo farei, ma vorrei in cambio una anche breve nuova giovinezza, in una vita successiva.

Se tutto fosse senza limiti
quegli attimi fuggenti
diverrebbero senza fine secoli
le rose sequoie spinose orrende
la gioia marcirebbe in noia
e così via senza rimedio
con un limite sposato ad eccezione
restano cunicoli infernali
sotto il terrestre Eden
ma con la pioggia anch'essi
diventano disabitati.

Marco Sclarandis. Pescara 6 settembre 2017.



Tuesday, August 22, 2017

CO2+CO2

http://www.climalteranti.it/2017/08/06/ondate-di-calore-e-cambiamenti-climatici-non-occorre-esagerare-la-realta-e-sufficiente/#comment-586452

# robertok06on Ago 21st 2017 at 17:38

@Mau
“@robertok06
Sì, non mi sono spiegato bene….
Quanto tempo manca al raddoppio della concetrazione della CO2?
Pensi che riusciremo ad evitarlo?”

Ovviamente NO, non riusciremo a evitarlo… a meno di non voler sterminare qualche miliardo di abitanti dei paesi in via di sviluppo… mancano solo poco piu’ di 150 ppm… siamo quindi a soli pochi decenni di distanza dal farlo, al ritmo di crescita attuale.
Quelli con le villette da 20 milioni di dollari sulla riva dell’oceano in Florida sloggeranno senza problemi, non preoccuparti, per l’incredibile aumento del livello dell’oceano… gli altri si arrabatteranno come potranno, non certo una novita’ nella storia di questo pianeta. Leggo spesso che centinaia di milioni di persone che abitano a bordo mare/oceano dovranno sloggiare, come se fosse cosa impossibile da fare materialmente (non sto dicendo che succedera’, comunque)… ma si dimentica che nella sola Cina in un paio di decenni centinaia di milioni di persone sono “sloggiate” da sole, passando dalle campagne/zone rurali alle citta’/zone urbane… ti risulta che l’economia cinese ne abbia sofferto o ne abbia approfittato? Mmmh.. domanda difficile, no? 🙂

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@pigliaXilculoSteph?

“come tutti riescono a leggere tranne te, sul mio blog non ho mai parlato dell’evento meteorologico in Sierra Leone tantomeno mi azzarderei a definirlo una conseguenza del GW.”

???
Ripeto: l’utente anonimo ha parlato della Sierra Leone…e TU gli hai dato ragione. Primo commento della serie…
Parlava forse dell’aumento delle giocate di Enalotto in quel paese? Mmmh… fammi pensare…
Quando hai finito di cazzeggiare e far finta di nulla mi fai un fischio, OK… sai dove trovarmi.

Al resto non rispondo, solita fuffa retorica per creare un smokescreen e deviare il discorso… conosco la tua tecnica (qui), grazie. 🙂

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@alessandro codegoni, alias alsarago58, raramente “alessandro”, a.k.a. “alsy”:

Deve essere per quello, che non spari balle, che nell’articolo hai pure cannato l’affiliation di Hansen!… infatti NON ha scritto l’articolo come se lavorasse a Columbia…

“Oggi alla Columbia University, ”

… ma bensi’, come e’ facile verificare, in un meno illustre e noto centro di ricerca:

“Department of Physics and Technology, University of Bergen, Norway”.

Notare che questo te l’ho detto, postando un commento su QualEnergia, ma lo hai segato (tu o la prestigiosa redazione, cioe’ qualche tuo conoscente, probabilmente). Neanche queste correzioni accetti.

Sul fatto che il tuo articolo non tiri le orecchie a Hansen e co-autori lo ammetto… e’ vero… e’ una mia esagerazione che deriva da tutte le volte che ti ho fatto notare che Hansen e’ favorevole al nucleare, e tu hai fatto finta di niente: payback time baby!… ma come?… mi metti in bocca mille cose che non ho mai detto ed una volta che lo faccio io fai la vergine offesa?
Ti deve essere venuta la bile a scrivere questo articolo, eh codegoni!…

Ad ogni modo, prima di parlare di psicologia, caro codegoni, forse varrebbe la pena di farsi (farTI) un esame di coscienza, che ne dici? Eh!… 🙂

Ciao amico mio… sono sicuro che adesso che hai fatto l’outing starai meglio, potrai firmarti con nome e cognome come tutti gli altri… fin’ora hai portato avanti un’esistenza degna di un agente segreto in un romanzo di Tom Clancy.

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@marco sclarandis

Concordo con te: tutti i messaggi che non trattano almeno un minimo di climatologia dovrebbero essere cestinati… come questo tuo al quale rispondo. E’ solo bandwidth sprecata.

Per esempio, avresti potuto far notare che quello che dicono in questo articolo…

“In uno studio pubblicato lo scorso Maggio nella rivista Nature Climate Change (“Global risk of deadly heat”, http://www.nature.com/nclimate/journal/v7/n7/full/nclimate3322.html) si stima che le ondate di calore… etc… etc…”

… omette di dire esplicitamente che si tratta di un studio basato su estrapolazioni di modelli (n’ata vota!), quindi non proprio oro zecchino (maiuscole mie per enfasi):

“By 2100, this percentage IS PROJECTED to increase to ~48% under A SCENARIO with drastic reductions of greenhouse gas emissions and ~74% under A SCENARIO of growing emissions.”

La realta’ futura sara’ sicuramente diversa dai due scenari da loro utilizzati, per non parlare della precisione delle “proiezioni” dei farlocc’ little models.

Non ti da alcun fastidio che non si parli/discuta anche di questo?
Perche’ no?
Ti da fastidio che io lo dica? Perche’? Perche’ di certe cose non bisogna parlare?

Ciao, e alla prossima.
# stephon Ago 21st 2017 at 19:14

robertok06
“Ripeto: l’utente anonimo ha parlato della Sierra Leone…e TU gli hai dato ragione.”
Dove, di preciso?
# robertok06on Ago 21st 2017 at 20:26

Ah!… vuoi giocare ancora un po”, Stefano?
Ok, ti accontento: gli dai ragione la riga successiva al suo commento ‘Sierra Leone docet.Ciao Carlo.’
… sono sicuro che riuscirai a trovarla.

Buona caccia al tesoro, Stefano.
# stephon Ago 21st 2017 at 21:17

robertok06
gli rispondo che è impressionante (= quello che è successo lì). Dove vedi il collegamento con il “globbbal uormin” ?????
Adesso, scusa, ma se vuoi ne riparliamo sul mio di blog. Penso che questa diatriba abbia stancato già da tempo gli altri che leggono il blog. E non c’entra nulla con il topic del post.

Piuttosto: che ne dici di questi, visto che qui si parla di heawaves e visto che, nella tua risposta a marco, è apprezzabile il tuo ritorno in topic?

http://press.thelancet.com/weatherhealth.pdf
http://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/11/7/074006
http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n2/full/nclimate2833.html
# Renato Rossion Ago 22nd 2017 at 00:22

@pigliaXilculoSteph?

ah qua si può usare questi termini? kazzo! Ma allora kekkazzo le avete messe a fare le regole?

1: in topic

2: breve ed incisivo

3: max cinque commenti

4: max duemila caratteri

5: max UN link (ma non ad un blog) (STEPH!!! Pure tu!!!)

6: la forma!!!! CLIMALTERATI, FOTTOVOLTAICO, la forma perdìo!

7: al vostro buon cuore.

Ma kikkazzo le ha dettate ìste regole, iddio sul Monte Sinai? no, ve le siete fatte da voi.
Ma fatevene che sappiate farle rispettare, se vi riesce. Oppure abolitele! Così sono ridicole.

Saluti.

R
# homoereticuson Ago 22nd 2017 at 09:01

@renato rossi

mi sa che il padrone di casa è in vacanza in luogo sconnesso.

Cmq, tornando in topic:

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/22/news/c_era_una_volta_lo_sci_d_estate_la_resa_dell_ultimo_ghiacciaio-173564734/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P9-S1.4-T1
# marcoon Ago 22nd 2017 at 09:31

I commenti di certi individui e le risposte di questi individui ai commenti altrui mi fanno venire la voglia di conoscerli di persona.
Perchè il linguaggio del corpo è molto più eloquente di quello scritto e parlato.
Non che questa voglia, o più esattamente curiosità, non possa essere soddisfatta in linea di pricipio, ma di fatto, è impossibile nella maggior parte dei casi.E, nemmeno un video può supplire alla presenza reale, per motivi intuibili che non dico per non annoiare.
Questo commento dovrebbe forse essere postato in un blog di etologia umana, ma il cambiamento del clima non ha a che fare con essa?
Con la fisica e la psicologia?
Non siamo noi esseri umani, sopratutto, analoghi agli atomi e alle molecole che si agitano e in questo modo determinano la termperatura di una massa materiale?
Anzi io credo proprio che s’instaurerà presto uno scontro titanico fra due religioni.
Una che crede che il cambiamento climatico sia sostanzialmente antropogenico e l’altra che non lo sia.
Io sono un fedele della prima.
Ma credo perchè mi fido delle mie sensazioni.Che incredibilmente, coincidono sempre più con con quelle di innumerevoli impassibili strumenti.
Comprendo la fede di chi ne ha una opposta, ma ormai non credo nel miracolo di una rivelazione che possa fargli cambiare devozione.
Infatti se il cambiamento climatico, ammesso che vi si creda, non è antropogenico,sopratutto, allora è meglio accettarlo con pia rassegnazione.
Se così non è , invece, forse possiamo ancora fare qualcosa per adattarci a questo cambiamento, anche solo per evitarci morte e sofferenza.

Grazie per l’attenzione.

Marco Sclarandis