Thursday, March 12, 2015

Tutta colpa della zia Iner



                           Cortesia Graziano De Rossi    http://www.grazianoderossi.it/

Chi è che non ha nell'albero genealogico un parente arcigna?.
Apparentemente taccagna, in vecchiaia divenuta un poco grifagna,
zitella per scelta, ma reduce da stuoli di spasimanti rifiutati, in gioventù di rara sebbene austera bellezza, morta ultracentenaria in odore di santità e che in fondo aleggia nella nostra vita più che come un ricordo come una costante presenza?.
Credo chiunque. E se non era parente stretta lo era lontana, e se non era lontana era acquisita, e se non era acquisita è stata adottata ed è diventata una talmente di famiglia, che sembra impossibile che possa essere stata una persona estranea, imbucatasi nella nostra dinastia come certe persone ai matrimoni con seguito di pranzo fastoso.

Ma è la Zia Iner!

Ovvero, per chiunque l'abbia mai incontrata, e sono miliardi d'individui, in incontri tête-à-tête o di massa, Madame Inerzia.

Madame inerzia. 
Proprio Lei, una vera forza della Natura (che è pure Matrigna, quando occorre).
Ed è quella che dirige le galassie, i ciottoli sui sentieri, i neutrini a spasso per il cosmo, e il nostro indugiare quotidiano, quando sappiamo benissimo che è talmente tardi che siamo in anticipo sulla mossa successiva.
La Gran Signora, che avrebbe maritato uno come Isaac Newton se solo fosse stata una donna in carne ed ossa e lui fosse stato un gentiluomo con un carattere più gioviale, sta recitando una parte grandiosa dietro le quinte del grande palcoscenico della Vita Terrestre.

Inerzia, pardon Zia Iner, dappertutto, da quella termica oceanica, a quella politica internazionale, a quella comportamentale umana.

E' lei che con suo cugino Crono, cioè il tempo, fa in modo che le cose avvengano come sappiamo , ma a volte facciamo finta di non sapere.
Ogni tanto la sento bisbigliare un "E è uguale ad emmeperci al quadrato" e poi uno sghignazzo via via evanescente.

L'altra settimana si è intromessa tra due vetture di cui una era la mia e l'altra quella d'un troppo furbo che voleva rifondare il codice della strada.
L'innovazione, secondo costui sarebbe stata che le regole sono solo fatte per essere infrante, ma infrante a caso, ovviamente.
E quindi il sorpasso vietato e spericolato non è proibito, per uno come lui, sia chiaro, mica per gli altri.
Zia Iner, intromettendosi, ha ricordato ad entrambi che le regole le stabilisce lei da miliardi di anni e non si discutono.
La dovrò invitare in pizzeria, prima o poi.
Per dirle che ho apprezzato il suo salvifico intervento.

(Devo avere pura una sua foto, appena la trovo la aggiungo al post).
(come vedete l'ho trovata!)

Marco Sclarandis








Due gradi di perversione


Tratto da "Effetto Risorse"
 http://ugobardi.blogspot.it/  

Cari lettori,

qualche giorno fa c'è stata una ricorrenza importante per me: sono passati 5 anni dalla mia prima conferenza divulgativa sul Picco del Petrolio. E' stato di fronte al Dipartimento di Oceanografia Fisica dell'Istituto di Scienza del mare, il mio dipartimento nel mio istituto. Quel seminario è stato il culmine di un processo di diversi mesi nei quali, alla fine, mi ero messo a studiare in profondità il problema delle risorse naturali. Ricordo quei mesi  d'estate in cui stavo studiando per preparare il seminario e non riuscivo a credere quello che stavo scoprendo. Dato dopo dato, era sempre più chiaro che c'era una crisi energetica gravissima che stava cominciando a svilupparsi e che non c'erano soluzioni semplici per affrontarla. Che non si sarebbe una sostituzione rapida ed efficace delle vecchie energie fossili da parte di nessuna soluzione di quelle che allora si presumeva l'avrebbero sostituita, che fossero le rinnovabili o il nucleare.
Continua.......... 
 ........... Poiché il tempo di prendere decisioni, in modo adulto, valutando correttamente la situazione sia che piaccia sia che non piaccia, è adesso. I veri catastrofisti non siamo noi che denunciamo un sistema distruttivo che si sta disintegrando e sta facendo soffrire tanta gente, no. I veri catastrofisti sono coloro che si rifiutano di guardare la realtà in faccia; i veri catastrofisti sono coloro che rifiutano che ci possa essere un cambiamento e preferiscono continuare in questa disgrazia e approfondirla; i veri catastrofisti sono coloro ai quali costa meno immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo e che di fatto credono che le cose si equivalgono quando in realtà non è così, quando in realtà ci può essere un futuro brillante per l'Umanità se decide di smettere di fare l'adolescente (tentando l'impossibile crescita senza limiti in un pianeta finito) e di abbracciare una serena maturità. Accusano noi che parliamo come adulti di essere catastrofisti quando sono loro che ci trascinano verso una catastrofe perfettamente evitabile, semplicemente perché non vogliono immaginare altre possibilità e soprattutto se la sognano.

Continua..........

Antonio Turiel. (grazie a Massimiliano Rupalti per la traduzione )

Ecco l'essenziale che Antonio Turiel ci vuole dire:

"I veri catastrofisti sono coloro che si rifiutano di guardare la realtà in faccia.

I veri catastrofisti sono coloro che rifiutano che ci possa essere un cambiamento e preferiscono continuare in questa disgrazia e approfondirla. Affinchè diventi sciagura catastrofica.

I veri catastrofisti sono coloro ai quali costa meno immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo paranoico e che di fatto credono che le cose si equivalgono quando in realtà non è così.

In realtà ci può essere un futuro brillante per l'Umanità se essa decide di smettere di fare l'adolescente, tentando l'impossibile crescita senza limiti in un pianeta finito, e di abbracciare una serena maturità.

I veri catastrofisti accusano noi che parliamo come adulti di essere catastrofisti quando sono loro che ci trascinano verso una catastrofe perfettamente evitabile, sebbene con un gravoso impegno.

I veri catastrofisti semplicemente non vogliono immaginare altre possibilità e soprattutto se le sognano e vaneggiano soltanto".

E questa è la quintessenza di questo essenziale:

"In realtà ci può essere un futuro brillante per l'Umanità se essa decide di smettere di fare l'adolescente, tentando l'impossibile crescita senza limiti in un pianeta finito, e di abbracciare una serena maturità".

C'è altro da aggiungere? No, nulla, solo agire di conseguenza.

Sbagliato, c'è da aggiungere che davvero la principale risorsa della Terra per tutti quanti, noi compresi antroposferici ospiti della biosfera è un clima stabile da millenni.

Ora lo stiamo perdendo.

http://ugobardi.blogspot.it/2015/03/due-gradi-di-riscaldamento-sono-piu.html

Forse riusciremo ad acciuffarlo per la coda del frac.
(Non con il fracking di certo).




Marco Sclarandis


A Daniele, amico, squattrinato Mecenate, anima che di là m'attende


Tutto quanto questo vivere e morire
parrebbe un autòmata solerte
un ignaro che copia per inerzia
azioni per esso senza senso
questo sarebbe il nostro esistere
meccanismo che ticchetta o che s’inceppa
a volte per regola apparente
altre senza parentela con ragione

davvero troppo sovente questo sembra
mai abbastanza per trarne profezia
sufficiente per dedurne strambo codice
a che scopo confrontare numeri
mettere simboli in caselle bene in ordine
date di tempi persi nell’oblio
di futuro obnubilato all’immaginazione
in calendari con scrupolo redatti

è inganno di Qualcuno a un Altro a danno
o smania di sorpresa ad ogni costo
talvolta un decennio sembra un attimo
un momento come ghiacciaio pare duri 
andandosene via via goccia per goccia 

viceversa quell’istante uno ha molti zeri
inversamente breve corsa è stato il secolo

tre volte distillata follia parrebbe essere
la vita che m’attornia e insieme esuberante
mi sorride ammiccando ripugnante

questo transitare di staffette dalla tomba
a un altro ventre cento mille volte
lo vedo come copione messo in scena
da un regista inesistente o peggio ancora
cui recita infine non gl’importa
come poi finisca ma ora sono io
che me ne frego

senza di me lo so per certo
l’eternità non si completa
neanche senza tutti gli altri
questo mi basta mi allieta 
e sopravanza.

Marco sclarandis

Tuesday, March 10, 2015

Due gradi di perdizione


Molti degli  eventi meteorologici estremi che abbiamo cominciato a vedere recentemente, avverbio eufemistico per non inquietare i fedeli dellla negazione del cambiamento climatico, sono correlati ad un solo grado di separazione dalla media terrestre di un secolo abbondante, fa. 
Cerco d'immaginarmi le conseguenze quando, di gradi,  ce ne saranno due.
E siccome mi sembra che le variazione climatiche abbiano qualcosa che non sia solo semplicemente di tipo esponenziale che già sarebbe increscioso, ma l'esponente stesso sia in aumento (anche solo lineare, non esageriamo) non mi fido delle rassicurazioni generali.
Già quelle che riguardano l'automobile mi turbano, qualsiasi sia la compagnia assicurativa. 

Chi ama i numeri a cifre oltre la virgola, può saziarsi di diagrammi, schemi, grafici cartesiani
e cartografie multicromatiche, nonchè simulazioni in 3D dove in due o tre minuti si cerca di prevedere il clima di due o tre decenni avanti.
Non esiste un videotubo che si chiama:

"Dal ciodue allo 'nciòpiunulla"

Almeno fino ad ora, cioè alla pubblicazione di questo post, più tardi.
Veramente ne esistono delle bizzeffe a bizzelfie,  di filmati  sugli eventi meteorologici estremi, ma non hanno questo titolo.

La traduzione in anglosassone del titolo sarebbe possibile, ma non mi cimento neanche.
Credo che sia difficile mantenerne il gioco di parole.*

In sala d'attesa, nel senso di " en passant "   "Scala Mercalli" 
è giunta alla terza puntata, il 14 Marzo.
A intùito mi pare che abbia turbato alcuni stati di caos deterministico, che ormai anche la casalinga di Voghera, occupata seppure non retribuita,  sa essere una condizione solo in parte impredicibile.
Basta conoscerne l'attrattore specifico e il caos diventa un cane che mugola di sottomissione.
Anche qui chi ama prendere numeri, il suk è pieno di merce.

Il difficile è distillare da tutta questa sovrabbontante mercanzia scientifica un elisir che
sia davvero utile a farci agire per un nuovo mondo.
Chi battaglia con i dati e chi con le dita, che possono fare disastri  sia che si premano tasti , pulsanti e grilletti, sa ormai che sminato un campo, perversi contadini ne hanno già seminati altri.

Ma sempre per dare un po' di  fortuna che pur cieca avanza a tastoni lo stesso, alla speranza ,
comincia a serpeggiare la consapevolezza che forse basta solo scegliere, e nemmeno tra un manicomio di differenti opzioni.

O l'ACAS ( Affari Come Al Solito ) puro e semplice, oppure la versione ACAS-SCCLEC.
Certo, l'acronimo è orrendo, ma chi  ne scoprirà il significato avrà una piacevole piccola sorpresa.

Sono tutte parole acronimiche enormemente evocative fin dai tempi antichi.
E la storia che racchiudono è degna dell'ingegno di un Ulisse.

*Ma sì, ci provo: from  c o two to nothing.

Marco Sclarandis



Wednesday, March 4, 2015

Ah les Italiens !






Siamo gente longeva
diventata impaziente
basta siepi di bosso
solo selve di mais
siamo ressa infestante
negli aeroporti mondiali
suonatori di clacson
nelle bande stradali
fucina di nonni allevati
in corti di bimbi vocianti
nativi di borghi arroccati
di tegole e idiomi incastrati
siamo inventori geniali
dalle acque termali
facciamo fluire canzoni
estraiamo da bui scantinati
farmaci affini a miracoli
ci piacevano i santi
ora i giochi aleatori
andavamo per mari
ora temiamo due mori
siamo ancora poetici
pur restando anormali
siamo un solo aggettivo
Italiani.

Marco sclarandis


Tuesday, March 3, 2015

Anticipo di primavera



Un giorno mi chiederanno
hai fatto fruttare il tuo talento
uno dei due non l'altro

quindi cosa ne hai fatto

l'ho sotterrato sotto a quello
che però ha fruttato

se ne avessi avuti quattro
cosa ne avresti fatto
se uno ne avessi avuto
cosa ne avresti fatto

ho visto chi lo so
ne ha avuto appena mezzo
e decuplo ne ha tratto

credi di perdonarti
per la mancanza di coraggio

sì ma sono in debito

vai è già pagato
chi ne ha tratto decuplo
ha saldato il conto
ebbe di coraggio
nove fiorini a credito

vai solo a ringraziarlo.

Marco Sclarandis 
 

 




Lo sviluppo dei limiti

                                   


                                  
                                   Cortesia https://ferraraintransizione.wordpress.com/2011/06/


Questa immagine non proviene da una rivista di taglio e cucito.
Ma da un manipolo di giovani ricercatori che più di quarant'anni fa intuirono che per davvero stavamo avvicinandoci al tempo in cui ogni cosa sarebbe stata contata.
Ora ci siamo.
Si tratterebbe ormai solo più di credere alle evidenze che copiose arrivano da tutto il mondo tutti i giorni e da tempo, anche.

La formula-matrioska é quattro terzi pi greco erre tre*.

Se applicata al volume della Terra si ottiene: 1083 miliardi km cubi
ed una superficie di 510 milioni di km quadrati.
Da questi due numeri ne discende una cascata scrosciante di conseguenze ineluttabili.
Ma una che le riassume tutte è 
"Non esiste alcuna economia in crescita illimitata in un luogo limitato".
E questo luogo è la Terra. 
E forse anche l'Universo, quello osservabile per lo meno.
Su ogni chilometro quadrato di Pianeta c'è più d'una dozzina di gente come noi, (tutta la gente è comunque gente, che lo si voglia o no).

Che, almeno nelle intenzioni, vorrebbe crearsi il personale Giardino dell'Eden a proprio gusto e somiglianza.
Più tutte altre creature che quanto a intenzioni non sono da meno di noi.
Sono tempi interessanti. Cinici, cinesi e cinematici.
Riusciremo a viverli con regale portamento?

* http://utenti.quipo.it/base5/geosolid/volsfera.htm

Marco Sclarandis