Thursday, November 26, 2015

Del gridare al miracolo

Quando i miracoli avvengono un po' troppo spesso, allora vuol dire che forse erano qualcos'altro.
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.

Marco Sclarandis

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